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mercoledì 31 marzo 2021

UNA DOMENICA POMERIGGIO SULL'ISOLA DELLA GRANDE-JATTE di GEORGES SEURAT



188-1886  - Art institute of Chicago - Olio su tela (cm.295x308)

 

 

LETTURA DELL'OPRERA


Esposta all'ultima ed ottava mostra degli Impressionisti, La Grande-Jatte di Seurat suscitò il disappunto di Monet e i commenti malevoli del pubblico, che non riuscì a comprenderne la portata innovativa. L'opera, composta faticosamente in due anni, dal 1884 al 1886, traduce in pittura le teorie sul colore del chimico Michel-Eugène Chevreul ed, in particolare, il principio del contrasto simultaneo, secondo cui un dato colore, accostato con il suo complementare, acquista maggiore lucentezza e vivacità cromatica. Da qui l'intuizione di Seurat di disporre i colori divisi ma accostati sulla tela con una fitta trama di piccole pennellate, inventando così la “tecnica” del divisionismo, o del puntillismo, lasciando alla sintesi retinica la percezione, da parte del riguardante, del colore risultante dalla giustapposizione di più colori. La realizzazione dell'immagine con questo procedimento razionale è stato definito, già dallo stesso autore, impressionismo scientifico, contrapposto all'impressionismo lirico di Renior e Monet. Il quadro, dal grande e inconsueto formato, è stato dipinto in studio, con l'utilizzo di una gran quantità di disegni preparatori e studi ad olio eseguiti en plein-air, con scorci di paesaggio e personaggi. Il soggetto, tipico dell'impressionismo, è uno spaccato di vita parigina del tempo: una ordinaria domenica pomeriggio estiva sull'isola della Grande-Jatte, affollata di gente in cerca di svago. Lo spazio dipinto è rappresentato in prospettiva centrale, con un unico punto di fuga molto alto, che coincide col monocolo del personaggio maschile in cilindro, in primo piano, che avanza da destra in compagnia di una signora molto alla moda, che tiene stranamente una scimmietta al guinzaglio. Sempre in primo piano, un altro gruppo di tre personaggi (una coppia di borghesi ed un fantino) scruta il corso tranquillo della Senna. Dietro di loro scodinzola un cane, oggetto di attenzione di un altro cagnolino, colto in un buffo salto in avanti. Oltre questi personaggi in primo piano, intorno alla figura di una signora con l'ombrellino rosso, messa idealmente al centro della composizione, ruota tutta una miriade di personaggi, tra i più vari, che occupano studiatamente lo spazio dipinto, chiaro, luminoso ed esteso in profondità. Sono i protagonisti della personale commedia umana di Georges-Pierre Seurat, immersi in una dimensione quasi irreale di immobilità e di sospensione temporale. Sono forme geometriche e inanimate, come manichini, come i blocchi di Piero della Francesca, ma quasi privi di peso e di volume, bloccati nello spazio del quadro in una visione eterna, silenziosa e immutabile. Come ha scritto il compianto professor Federico Zeri in Cento Dipinti, Seurat, Grande Jatte, “Seurat non vuole catturare, alla maniera impressionista, gli effetti fugaci della realtà: egli cerca piuttosto di inquadrare la realtà percepita entro un'armonia rigorosa e pianificata di linee e colori, affidandosi alle leggi dell'ottica. Opera fortemente innovativa, la Grande-Jatte diventa subito il manifesto del nuovo movimento post-impressionista.

 


La Grande Jatte fu esposta all'ottava ed ultima mostra degli Impressionisti, dal 15 maggio al 15 giugno 1886, per decisione dell'organizzatore Camille Pissarro, intenzionato ad ampliare la cerchia degli impressionisti romantici con l'ammissione dei giovani impressionisti scientifici, nonostante il parere contrario di Monet, di Renoir, di Caillebotte e di Sisley, i quali, in aperta polemica con la scelta di Pissarro non esposero alcuna loro opera.

 

 


VITA IN BREVE DI GIORGES-PIERRE SEURAT


Geeoges-Pierre Seurat nasce a Parigi il 2 dicembre del 1859. Di famiglia agiata, il giovanissimo Seurat mostra grande passione per l'arte. Incoraggiato da uno uno zio pittore, nel 1876 si iscrive alla scuola municipale di disegno e nel 1878 è ammesso all'Ecole des Beaux-Arts, completando frattanto la sua formazione culturale con importanti letture sull'estetica, sulle leggi dell'ottica e sulle teorie del colore, tra cui La loi du contraste simultané di Chevreul. Nel 1879, influenzato dalle opere osservate nella quarta mostra degli impressionisti, lascia l'Ecole des Beaux-Arts. Sul finire dell'anno parte per il servizio militare, che svolge nella città di Brest. Terminato il servizio militare, nel 1880 ritorna a Parigi, ove prende uno studio in affitto, in rue Chabrol, 19. Dopo varie esperienze artistiche, e sempre immerso nello studio assiduo, nel 1884 completa Baignade Asnières, che prelude al suo capolavoro assoluto: la Grande Jatte, iniziato nel maggio dello stesso anno e completato soltanto due anni dopo, in tempo per essere esposto alla ottava ed ultima mostra degli impressionisti, il 15 giugno del 1886. Trascorre un periodo intenso di lavoro, in cui l'artista riscuote un discreto successo, suscitando l'interesse entusiastico del giovane critico Felix Fénéon. Ma nel 1891, Seurat si ammala irrimediabilmente di difterite.  Il 29 marzo dello stesso anno, l'artista raffinato e intellettuale muore, all'età di soli 32 anni.

L'ESTETICA “SCIENTIFICA” DI GEORGES SEURAT

In una lettera scritta il 28 agosto 1890 ed inviata a Maurice de Beaubourg Seurat scrive: ESTETICA. L'arte è armonia. Armonia significa analogia dei contrari, analogia degli elementi similari di “tono”, di “colore”, ”di linea”, considerati in rapporto alla loro dominante e sotto l'influenza della luce, in combinazioni che esprimono gioia, serenità o dolore. I contrasti sono: per il “tono”, una luminosità più chiara, contro una più scura; per il “colore” i complementari, per esempio un determinato rosso opposto al suo complementare eccetera (rosso-verde, arancione-blu, giallo-viola); per una “linea”, quelle che formano un angolo retto. La gioia del “tono” deriva dalla sua luminosità; quella del “colore”, dalla dominante di intensità; ed infine quella della “linea”, dalle linee sopra l'orizzonte. La serenità del “tono” deriva dall'equivalenza di chiaro e di scuro; quella del ”colore”, dall'equivalenza di caldo e freddo; quella della “linea”, dall'orizzontale. Il dolore del “tono” risulta dalla dominante scura; quella del “colore”, dalla dominante fredda; della “linea”, dalle direzioni abbassate. TECNICA. Dati per concessi i fenomeni della durata di un'impressione luminosa sulla retina, il risultato che ne deriva è la sintesi. Il mezzo d'espressione è la mescolanza ottica dei toni e dei colori (sia del colore locale sia del colore illuminante: il sole, la lampada a olio, la lampada a gas, eccetera), ossia delle luci e delle loro reazioni (ombre) secondo la legge del contrasto, della gradazione, dell'irradiazione. La cornice, in un quadro, è in contrapposizione all'insieme dei toni, dei colori e delle linee del dipinto.                                            



©Giuseppe Lucio Fragnoli


IL POST SOPRA RIPORTATO HA SCOPO ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO, ED È RIVOLTO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.

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