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giovedì 25 febbraio 2021

PENSIERI SULL’IMITAZIONE DELL’ARTE GRECA NELLA PITTURA E NELLA SCULTURA (1775 -1776) DI JOHANN JOACHIM WINCKELMANN - BREVISSIMA MA VERIDICA SPIEGAZIONE DI G. LUCIO FRAGNOLI.

 


PENSIERI SULL’IMITAZIONE DELL’ARTE GRECA NELLA PITTURA E NELLA SCULTURA (1775 -1776) 

DI JOHANN JOACHIM WINCKELMANN.

 



BREVISSIMA MA VERIDICA SPIEGAZIONE DI G. LUCIO FRAGNOLI.

 

Nello scritto Pensieri sull’imitazione dell’arte greca Johann J. Winckelmann tratta, in modo del tutto coerente e con la sua sensibilità di esteta raffinato, i fattori che definiscono la particolare bellezza delle realizzazioni scultoree e pittoriche greche antiche.

Secondo il grande studioso il gusto ricercato che prevaleva al suo tempo derivava direttamente dal mondo greco. Difatti, non a caso, il Laocoonte era stato una preziosa fonte di ispirazione sia per gli artisti antichi sia per i moderni, così come il Canone di Policleto, che si fonda su un’ideale di perfezione formale universalmente valida. Nell’arte greca, dunque, si concretizza un concetto di bellezza ideale, generata completamente dall’intelletto umano, che sopravanza quella della natura.

La bellezza, i greci antichi, la ricercavano dapprima nel proprio corpo con dure prove fisiche che ne modellavano la muscolatura, ostentandola col candido culto della nudità. Erano, quindi, essi stessi i modelli, senza “mollezze e pinguitudine”, delle splendide statue dal contorno perfetto, ove per contorno si intende il limite della figura.

La bellezza del corpo era di fondamentale importanza per i greci, tanto che si svolgevano persino gare di avvenenza. La mania della bellezza corporea si rifletteva di conseguenza nell’arte. La bellezza sensuale proponeva all’artista la bella natura, mentre la bellezza ideale si concretava nei lineamenti sublimi: dalla prima egli prendeva l’umano, dalla seconda il divino. Ma l’artista greco persegue costantemente un ideale di bellezza, che non si basa sull’utilizzazione di un modello, ma di numerosi modelli.

Bello ideale e bella natura.

Per raggiungere il suo bello ideale quanto la bella natura l’artista ricorre a vari e sottili accorgimenti stilistici, che sono: il già citato contorno, ossia un nobile contorno; un fine panneggio, ossia l’impareggiabile panneggio greco; “una nobile semplicità e quieta grandezza”; l’eccelsa rappresentazione dell’anima.

Il contorno.

Nelle figure dei Greci il più nobile contorno unisce e circoscrive tutte le parti della più bella natura e della bellezza ideale o, per meglio dire è il carattere distintivo dell’una e dell’altra. “Si crede che Eufranone, che fu il più illustre nei tempi posteriori a Zeusi, fosse il primo a dare al contorno un carattere più nobile”. Il contorno è tanto più nobile se non ha eccessivi incavi, protuberanze ed altre sguaiatezze, ed è in sostanza “la linea che separa il giusto dal superfluo”.

Il panneggio.

“Col termine panneggio si s’intende ciò che l’arte insegna sui rivestimenti che coprono la nudità delle figure e sulle pieghe di essi”. Questa perizia è per Winckelmann la terza prerogativa delle figure greche, dopo la bella natura e il nobile contorno. Il panneggio greco e ordinariamente realizzato con stoffe fini e bagnate, che aderendo perfettamente al corpo ne rivelano e ne esaltano le forme. Ed effettivamente l’unico vestimento delle donne greche era il peplon, che letteralmente significa velo.

Nobile semplicità e quieta grandezza.

Infine, la fondamentale qualità delle massime realizzazioni greche è una nobile semplicità e quieta grandezza, sia nella scelta delle posture così come nell’espressione dei personaggi rappresentati. “Come la profondità del mare che resta sempre immobile per quanto agitata ne sia la superficie, l’espressione delle figure greche, per quanto agitate dalle passioni, mostra sempre un’anima grande e posata”.

L’anima.

Tutto questo, sostiene Winckelmann, si osserva nel Laocoonte, la cui grande anima si riflette sul volto del personaggio. Dolore del corpo e grandezza dell’anima sono sapientemente distribuiti su tutto il corpo e sembrano tenersi in equilibrio. “L’anima si fa più facilmente conoscere ed è più caratteristica nelle forti passioni, ma grande e nobile è solo in stato d’armonia, cioè in stato di riposo”. 

 

 

 


 © G. LUCIO FRAGNOLI


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