Johann Heinrich Füssli, Incubo
notturno, 1783; olio su tela; cm 75,5 x 64. Francoforte sul
Meno, Freies Deutsches Hochstift Frankfurter Goethe Museum.
LETTURA DELL'OPERA
Nell’opera è rappresentata una fanciulla dalle belle fattezze,
addormentata in un sonno inquieto, nell’intimo della sua camera da letto. Le
braccia e la testa, dai morbidi capelli fluenti, sono riverse scompostamente
oltre il cuscino. Vicino al letto si scorge appena una seggiola su cui sono
posati un’ampolla di cristallo, un flacone porta profumo e un portagioielli. I
pallidi lineamenti della giovane sono deformati da un’espressione di strazio,
manifestando uno sconvolgimento inferiore. Un incubo atroce tormenta il suo
sonno. Oltre la sua figura discinta in primo piano, illuminata quasi da una
luce irreale, da uno sfondo buio e spaventoso, emergono due figure agghiaccianti,
frutto del suo immondo sogno, materializzatesi nell’ambiente come per l’effetto
d’una stregoneria. Una creatura demoniaca, accovacciata quasi sul corpo della
donna la osserva minacciosa in un perfido ghigno. Da un varco tra le tende,
irrompere nella camera la testa di un giumenta bianca, dalla criniera sfumata e
dalle grosse pupille opalescenti, che quasi fuoriescono dalle orbite. Le
mostruose figure sono, indubbiamente, la metafora concretizzata dell’arcano e
angoscioso vagheggiamento, che comunque attestano l’esistenza di una
inconfessabile e sconosciuta sfera psicologica nascosta oltre le apparenze e
l’ambiguità della vita.
Nel dipinto è pure evidente il riferimento da parte dell'autore
alla leggenda popolare del demone della notte (night-mare),
che cavalcava una impetuosa puledra per disturbare il sonno delle giovani
donne, che, a mio avviso, non ne spiega completamente il significato
complessivo.
Johann Heinrich Füssli (Greifswald, 1774 – Londra, 1825), svizzero di nascita, dopo
una prima educazione in terra elvetica e in Germania, svolge una fondamentale
formazione a Roma, nella patria del Neoclassicismo, condividendo le teorie
artistiche di Winckelmann e studiando i modelli artistici antichi, ma nondimeno
le creazioni michelangiolesche. Più tardi, però, subirà l’influenza delle idee
romantiche, soprattutto della corrente letteraria tedesca Sturm und
Drang. La sua affermazione come pittore si compie soprattutto in
Inghilterra, dove è chiamato Henry Fuseli, con l’elaborazione di tutto un repertorio
di immagini squisitamente romantiche, tratte dal tenebroso ed epico medioevo
nordico, dal repertorio shakespeariano o miltoniano, o dalla Commedia dantesca.
Füssli, forse più di Blake, è l’esponente più convinto e più
rappresentativo di quel romanticismo immaginoso e visionario, che indaga
soprattutto la sfera del sogno e la inesplorata dimensione psichica umana.
Cosicché nel sogno le recondite inclinazioni mentali emergono
irrefrenabilmente, con tutti i loro misteri.
IL ROMANTICISMO IN NUCE.
Il termine romantico deriva da romance, e
significa sostanzialmente romanzesco, non reale. Ad esso si associa l’ulteriore
significato di pittoresco, con cui nel Settecento si definiva la bellezza di
uno scenario naturale e l’emozione stessa che produceva nell’animo umano. Il
termine fu associato ad un interesse per la mitologia nordica e per la
letteratura cavalleresca medievale, come per una sorta di riscatto dei propri
miti rispetto a quelli estranei e lontani della classicità.
Il Romanticismo ebbe come più significativo antefatto lo Sturm
und Drang, nato in Germania in antitesi al classicismo francese, che nega
l’esistenza di modelli eccelsi e imprescindibili in poesia. Alla bella forma
classica si contrappone il senso spirituale della poesia, superando il concetto
di bellezza nel senso tradizionale: «nella realtà non esiste soltanto la natura
bella ma anche la natura come terribilità, violenza, forza di distruzione», e
ciò vale anche per la bellezza nella poesia; «l’arte caratteristica» è pertanto
«la sola vera» (J.W. Goethe).
Il Romanticismo operò una rivalutazione delle varie culture
popolari, rafforzando la coscienza di nazionalità, in una più generale
rivalutazione storico-letteraria dell’antichità medioevale o nella
rappresentazione nuova della modernità. Il ritorno ai tempi lontani del
medioevo non potevano prescindere dalla riscoperta di Dio e della spiritualità,
in un più intimo e sentito rapporto umano-divino e nella consapevolezza della
labilità dell’esistenza.
Il presupposto irrinunciabile del Romanticismo è la consapevolezza
dell’importanza della libertà spirituale.
Il Romanticismo si afferma nel campo delle arti visive tra il 1780
e il 1850 circa, con sviluppi differenti in ogni paese, con un comune senso di
rifiuto dei principi classicisti, con l’esaltazione dell’individualismo e della
libertà creativa, l’amore per il fantastico, per il sentimentalismo e lo
spiritualismo.
L’arte romantica concepisce la creazione dell’opera d’arte, come
esperienza interiore, istintiva e individuale, non più mediata dalla ragione o
dalla tradizione, con la riscoperta e la rivalutazione delle radici religiose,
storiche, stilistiche, nazionali; ciò si tradurrà nella riscoperta del gotico e
del Medioevo, dei contesti misteriosi e dell’esotismo.
In Inghilterra il Romanticismo si manifesta con tendenze al
fantastico o al visionario, come in Blake o in Füssli, e la rivalutazione del
tema del paesaggio per opera di Turner e Constable, con le implicite
riflessioni sul pittoresco e sul sublime. La matrice romantica resta
fondamentale anche per i preraffaelliti, che si volgono a modelli medievali o
del primo rinascimento.
Diverso è lo sviluppo della pittura romantica in Francia che con
Géricault e Delacroix prelude alla modernità con la predilezione di soggetti
tratti dalla cronaca e dalla storia contemporanea.
Molti pensano, sbagliando, che Neoclassicismo e Romanticismo siano
due contrapposte e del tutto differenti correnti artistiche. Per come la penso
io, il romanticismo fu l'evoluzione naturale del neoclassicismo, che aveva
esaurito ben presto i suoi temi e la sua linfa innovativa. Sia l'uno che
l'altro movimento procedettero insieme per un certo periodo ed ebbero molto in
comune, compresa l'estetica del sublime. Erano, in buona sostanza, quasi due facce
della stessa medaglia, rappresentavano entrambe quel mondo e quella società
moderna che stavano nascendo impetuosamente, e spesso una corrente sconfinava e
si cibava nell'altra, o la negava con violenza, dimostrano implicitamente di
riconoscerla come riferimento importante.
Diversi erano però e i temi e la rappresentazione degli stati
d'animo. Diversa era la visione dell'uomo, che stava diventando l'unico libero
padrone delle proprie idee e della proprie creazioni.
© G. LUCIO FRAGNOLI
IL POST SOPRA RIPORTATO HA SCOPO ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO, ED È RIVOLTO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.
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