ANALISI DELL'OPERA
I piallatori di parquet (1875), è senza dubbio il quadro di Caillebotte, che più di ogni altro ci fa capire la sua particolare visione, che si basa su un'osservazione straordinariamente oggettiva della realtà, ridotta a puro fatto che accade, sulla tela così come è nella vita. I personaggi della sua pittura si muovono e agiscono nello spazio dipinto come le persone nello scenario dell'esistenza, nella più assoluta routine e casualità.
Il pittore,
quindi, guarda in tutta tranquillità il mondo girare, con tutta la gente
che c'è dentro e tutto il resto, in un sottile divertimento intellettuale in
cui, nella maggior parte dei casi, si limita a scegliere soltanto il punto di
osservazione. Tutto qui.
Cosicché la scelta della sua posizione rispetto al reale diviene il momento di massima attenzione, comportandosi come uno scrupoloso fotografo, piuttosto che come un pittore, più o meno come usa fare Degas. Ma senza nascondersi, come fa abitualmente il suo collega, in un angolo, o dietro una porta, per vedere le cose dal buco della serratura. Con la studiata scelta dell'inquadratura, il "fotografo" Caillebotte riesce molto naturalmente a trasformare lo scorrere banale del tempo in una vista colta e raffinata, in uno spaccato di vita vera, piena dei suoi normali ed importanti significati.
Va detto, comunque, che
l'opera è stata realizzata in due versioni: la prima fa parte attualmente di
una collezione privata, mentre la seconda – quella sopra riportata - è
osservabile presso il Musée d'Orsay.
Ne I piallatori
di parquet l’artista parigino sceglie, però, l'esatto punto
di osservazione, anche e soprattutto in funzione della
luce, riassumendo in quest'opera, meglio che in altre, tutti gli elementi
caratterizzanti del suo stile (perfetta gestione della luce naturale, restituzione
precisa di spazio e personaggi, “taglio fotografico”).
Si tratta della
rappresentazione di un momento di semplice ordinarietà: tre operai affaccendati
a rasierare un parquet, ossia a piallarlo prima della lucidatura. La luce,
che penetra dalla parte opposta del riguardante, da un'ampia portafinestra,
illumina il pavimento, mettendo in risalto i trucioli di legno e i corpi dei
tre operai a torso nudo, due dei quali, più in ombra, stanno molto naturalmente
chiacchierando. In un simile contesto molti sono, ovviamente, i
riferimenti al quotidiano, come la bottiglia di vino con un bicchiere, gli
attrezzi da lavoro lasciati sul pavimento, le decorazioni in stucco delle
pareti, la grata in ferro battuto.
Questo è il modo
migliore di indagare la realtà per Caillebotte, che non avverte alcun bisogno
di modificare alcunché, facendo in modo che tutto si sussegua nel modo più
scontato, rifiutando l’estemporaneità impressionista, in favore di un effetto
volumetrico ed una severa impostazione spaziale.
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La Parigi dipinta da Caillebotte.
Gustave Caillebotte, La Place de l'Europe, temps de pluie (1877),
Art Institute o f Chicago.
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È evidente come il dipinto di Caillebotte, La Place
de l'Europe, temps de pluie, ci sembri oggi un prezioso documento per osservare la Parigi
di fine Ottocento, con un sorprendente effetto fotografico. «Quando
ancora la fotografia non riesce ad essere ancora capace di rappresentare i
contesti viventi con quella vivezza e verità che le saranno proprie, ci pensa
Coillebotte -
ha giustamente commentato Philippe Daverio - con la
sua pittura, rappresentando uno splendido scorcio prospettico quasi con
l’utilizzo del fisheye, restituendoci il senso del pavé scivoloso. È
interessante vedere in questo quadro l’effetto di controluce sul volto dei due
personaggi in primo piano, come se fosse già esistita una illuminazione da
flash fotografico per controbilanciare la luce naturale.»
(*Da Il secolo lungo
della modernità, di Philippe Daverio, Rizzoli, 2012 RCS Libri Spa, Milano.)
Gustave Caillebotte , Autoritratto.
Caillebotte, nato a Parigi il 19 agosto 1848 e morto a
Gennevilliers, nell’Ile-de-France, il 21 febbraio 1894, impersona meglio di
ogni altro lo sviluppo della visione di Courbet in chiave
impressionistica. Ingegnere navale, Caillebotte dipinge per sincera
passione, partecipando a cinque delle otto mostre organizzate dagli
impressionisti, anche se il suo approccio con la realtà è sostanzialmente
realista.
Caillebotte fu collezionista dei pittori impressionisti, e donò
per testamento la sua pregevole collezione allo stato, ma solo 38
dipinti furono accettati. Molti di essi si trovano ora al museo
d’Orsay.
La Parigi DI
MAUPASSANT (1850-1892) dal romanzo BEL-AMI.
PARTE PRIMA –
CAPITOLO PRIMO
Qui l’autore, come
Caillebotte, ci descrive un ordinario spaccato di vita parigina del suo tempo,
con un colpo d’occhio veloce ma efficace sulla città, i cui luoghi
corrispondono perfettamente a quelli del romanzo.
…Era una di quelle serate
d’estate in cui manca l’aria a Parigi. La città, calda come una serra, pareva
sudasse nella notte soffocante. Dai chiusini di granito, le fogne esalavano
vapori pestiferi; dalle cucine sotterranee, attraverso le finestre a raso
terra, giungevano in strada miasmi nauseabondi di risciacquature e di salse
rancide.
I portinai, in maniche di
camicia e a cavalcioni d’una sedia impagliata, fumavano la pipa sui portoni
all’imbocco degli androni; e i passanti camminavano estenuati, a capo scoperto,
col cappello in mano.
Quando Giorgio Duroy giunse
sul boulevard, si fermò un’altra volta, indeciso sul da fare. Adesso gli
sarebbe piaciuto arrivare sino ai Campi Elisi e al gran viale del bosco di
Boulogne per cercarvi un po’ di fresco sotto gli alberi (…)
Svoltò verso la Maddalena
seguendo il flusso della folla oppressa dal caldo. I grandi caffè, pieni di
gente, straripavano sul marciapiede, sciorinando la clientela sotto la luce
vivida e cruda degli sporti illuminati. Dinnanzi ai consumatori, sui tavolini
quadrati o tondi, i bicchieri contenevano liquidi rossi, gialli, verdi, bruni,
di tutte le sfumature, e nelle caraffe si vedevano brillare i grossi cilindri
di ghiaccio a rinfrescare la bell’acqua limpida (…)
Passò davanti al Vaudeville
e si fermò dinnanzi al caffè Americano(…) Giunto all’angolo di piazza
dell’Opéra, s’imbatté in un giovanotto grosso che gli parve vagamente di aver
già visto altrove (…)
IL POST SOPRA RIPORTATO HA SCOPO ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO, ED È RIVOLTO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.
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