Gustave Courbet (1819-1877), Les demoiselles des bords de la Seine (174 x 200)
Parigi, Musée du Petit Palais.
L’opera, esposta al Salon
del 1857, suscitò un grande e generale clamore, scandalizzando persino i più
sinceri estimatori dell’artista, per la inusuale "sconcezza" del
soggetto rappresentato: due giovani parigine o, molto più verosimilmente, due
donne di facili costumi, sorprese a riposarsi sciattamente in un prato in riva
alla Senna.
D’altronde Courbet,
coerentemente col suo pensiero, trasporta fatti e personaggi del suo tempo
sulla tela, senza alcuna preclusione, ma evitando avvedutamente di
esprimere un preciso giudizio morale. L’atmosfera del dipinto è quella del
lungofiume ombroso e verdeggiante, appena fuori città, in una tranquilla e
calda giornata estiva o di primavera inoltrata: una domenica, ovviamente,
giorno riservato allo svago e alle scampagnate.
Nel bel mezzo della gita
– di cui non serve aggiungere altri particolari – le due signorine,
vestite secondo la moda del tempo, si concedono un piacevole rilassamento,
adagiandosi sull’erba, all’ombra tremula di alcuni alberi dalla folte chiome,
che chiudono la scena.
Una è sdraiata impudicamente
a pancia in giù, che sonnecchia trasognata, con una innegabile sensualità,
perfettamente calata nel reale, ed in chiara opposizione con l’erotismo
immaginoso ed esotico di Ingres. L’altra, distesa dietro di lei,
dall’espressione altrettanto incantata e plebea, tiene in grembo un mazzo di
fiori variopinti e fissa la fiumana con lo sguardo assente. Lo sfondo ombroso e
scuro esalta il colorismo di sorprendente vivezza di molti particolari, dai
fiori nel cappello di paglia al corallo del bracciale, dal rosa luminoso della
gonna al rosso picchiettato dell’abito.
L’inusuale immagine,
risultata così scandalosa agli occhi dei suoi contemporanei, è per l'artista,
che ha capito la lezione di alcuni suoi ideali maestri come Caravaggio e
Velázquez, null’altro che una semplice scena di genere, uno ordinario spaccato
di vita del suo tempo.
Come i grandi realisti
seicenteschi, Courbet nega l’esistenza di un’umanità superiore e di un’umanità
inferiore, realizzando un banale momento di vita che riguarda due sgraziate
adescatrici, delle quali ne comprende e giustifica la seppur discutibile
esistenza. Ne rivendica per questo il diritto di vivere, dando loro perfino un
mondo interiore, certamente non completamente indegno. In questo consiste il
realismo di Courbet.
© G. LUCIO FRAGNOLI
IL POST SOPRA RIPORTATO HA SCOPO ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO, ED È RIVOLTO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.
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