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mercoledì 24 marzo 2021

LEZIONE DI DANZA di EDGAR DEGAS

 

LETTURA DELL’OPERA

 

 

Edgar Degas (1834 – 1917), Lezione di danza (1873-1876); olio su tela (cm.75x cm.85), Parigi, Musée d’Orsay.

 

 

Nell’opera Degas rappresenta una classe di giovani danzatrici durante una delle tante normalissime lezioni, svolta dal loro maestro, all’interno di un’ampia sala di gusto neoclassico, verosimilmente il ridotto del teatro di rue Le Peletier, andato distrutto in un incendio nel 1873.

Le ballerine sono disposte in semicerchio attorno all’anziano insegnante, appoggiato al suo bastone, che controlla l’esercitazione di una di esse, mentre le altre, momentaneamente distratte, sono sorprese negli atteggiamenti più diversi e naturali, propri delle giovanette, spensierate e vanesie, nei loro leggeri tutù bianchi.

Tra le ragazze c’è chi si ride, chi si sistema i capelli, chi si gratta la schiena, chi si accomoda un orecchino, chi chiacchiera e chi osserva il maestro o la compagna che prova dei passi di danza.

Tutta la scena è avvolta in una luce chiara e diffusa, che entra da ampie vetrate e si spande nella sala classicheggiante, dalle pareti verdoline e dal pavimento di legno, ornata di lesene di marmo verde dai capitelli dorati.    

Come ha scritto il prof. Federico Zeri, “La Lezione di danza di Degas mette in scena le due passioni del pittore francese: il mondo del balletto e lo studio del corpo umano. Il taglio compositivo obliquo, la visione dal basso verso l’alto, la distribuzione non assiale delle figure rivelano la straordinaria novità della pittura di Degas, che sembra proporre un corrispettivo e al tempo stesso un superamento della riproduzione fotografica.”   

 

 

Degas partecipò con convinzione alla prima mostra della Société anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs, che riuniva un raggruppamento di artisti avversi all’accademismo che imperversava nei Salon, ma piuttosto interessati alla rappresentazione veridica e subitanea di contesti attuali e ordinari. Di quel gruppo facevano parte Claude Monet (1840-1926), Auguste Renoir (1841-1919), Camille Pissarro (1830-1903), Berhe Morisot (1841-1895) ed Alfred Sisley (1839-1899). Pur condividendone moltissime idee, Degas ci tenne sempre a definirsi un “realista” piuttosto che un impressionista, dato che egli sosteneva che la percezione momentanea e sentimentale della realtà non ne faceva cogliere appieno la complessità ad essa propria, che poteva essere capita e riprodotta colo con un lavoro molto più lungo di osservazione e di riproduzione. Per tale motivo Degas indaga il modo che ha intorno piuttosto con lo spirito del fotografo, come il suo contemporaneo Caillebotte, ma con inquadrature inusitate cui aggiunge altri sapienti accorgimenti visivi e rimandi alla pittura giapponese. Le sue viste sono studiatamente casuali, per un effetto di immediata e preciso racconto del reale: è il mondo visto dal buco della serratura, come aveva egli stesso spiegato.     

 

© G. LUCIO FRAGNOLI

 

BIBLIOGRAFIA:

Cricco – Di Teodoro, Itinerario nell’arte vol.III, 2012 Zanichelli, Bologna;

Federico Zeri, Cento Dipinti, Degas, Lezione di danza, 1998 RCS Libri S.p.A. – Milano.


IL POST SOPRA RIPORTATO HA SCOPO ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO, ED È RIVOLTO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.

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