LETTURA DELL’OPERA
Edgar Degas (1834 – 1917), Lezione di danza (1873-1876); olio
su tela (cm.75x cm.85), Parigi, Musée d’Orsay.
Nell’opera Degas rappresenta una classe di giovani danzatrici
durante una delle tante normalissime lezioni, svolta dal loro maestro,
all’interno di un’ampia sala di gusto neoclassico, verosimilmente il ridotto
del teatro di rue Le Peletier, andato distrutto in un incendio nel
1873.
Le ballerine sono disposte in semicerchio attorno all’anziano
insegnante, appoggiato al suo bastone, che controlla l’esercitazione di una di
esse, mentre le altre, momentaneamente distratte, sono sorprese negli
atteggiamenti più diversi e naturali, propri delle giovanette, spensierate e
vanesie, nei loro leggeri tutù bianchi.
Tra le ragazze c’è chi si ride, chi si sistema i capelli, chi si
gratta la schiena, chi si accomoda un orecchino, chi chiacchiera e chi osserva
il maestro o la compagna che prova dei passi di danza.
Tutta la scena è avvolta in una luce chiara e diffusa, che entra
da ampie vetrate e si spande nella sala classicheggiante, dalle pareti
verdoline e dal pavimento di legno, ornata di lesene di marmo verde dai
capitelli dorati.
Come ha scritto il prof. Federico Zeri, “La Lezione di danza di
Degas mette in scena le due passioni del pittore francese: il mondo del
balletto e lo studio del corpo umano. Il taglio compositivo obliquo, la visione
dal basso verso l’alto, la distribuzione non assiale delle figure rivelano la
straordinaria novità della pittura di Degas, che sembra proporre un
corrispettivo e al tempo stesso un superamento della riproduzione fotografica.”
Degas partecipò con convinzione alla prima mostra della Société
anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs, che riuniva un raggruppamento di
artisti avversi all’accademismo che imperversava nei Salon, ma piuttosto
interessati alla rappresentazione veridica e subitanea di contesti attuali e
ordinari. Di quel gruppo facevano parte Claude Monet (1840-1926), Auguste
Renoir (1841-1919), Camille Pissarro (1830-1903), Berhe Morisot (1841-1895) ed
Alfred Sisley (1839-1899). Pur condividendone moltissime idee, Degas ci tenne
sempre a definirsi un “realista” piuttosto che un impressionista, dato che egli
sosteneva che la percezione momentanea e sentimentale della realtà non ne
faceva cogliere appieno la complessità ad essa propria, che poteva essere
capita e riprodotta colo con un lavoro molto più lungo di osservazione e di
riproduzione. Per tale motivo Degas indaga il modo che ha intorno piuttosto con
lo spirito del fotografo, come il suo contemporaneo Caillebotte, ma con
inquadrature inusitate cui aggiunge altri sapienti accorgimenti visivi e
rimandi alla pittura giapponese. Le sue viste sono studiatamente casuali, per un
effetto di immediata e preciso racconto del reale: è il mondo visto dal buco
della serratura, come aveva egli stesso spiegato.
© G. LUCIO FRAGNOLI
BIBLIOGRAFIA:
Cricco – Di Teodoro, Itinerario nell’arte vol.III, 2012 Zanichelli,
Bologna;
Federico Zeri, Cento Dipinti, Degas, Lezione di danza, 1998 RCS
Libri S.p.A. – Milano.
IL POST SOPRA RIPORTATO HA SCOPO ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO, ED È RIVOLTO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.
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