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domenica 21 marzo 2021

IL BACIO di AUGUSTE RODIN

 

Il Bacio (1888-1889), di Auguste Rodin (1840 – 1917), marmo, (181,5 x 112,3 x 117 cm), Musée Rodin, PARIGI.

 

ANALISI DELL’OPERA 

Nell’anno 1880 Rodin ricevette l’importante commissione per la realizzazione della porta decorativa del costruendo Musée des Arts Décoratifs, che egli decise di dedicare a temi tratti dall’Inferno di Dante, ispirandosi alla Porta del Paradiso del Battistero di San Giovanni a Firenze, eseguita da Lorenzo Ghiberti tra il 1425 e il 1452. L’artista iniziò a lavorare all’opera, prevedendo un portale monumentale bronzeo con sopra raffigurati i personaggi più significativi e gli episodi più commoventi del componimento poetico sui dannati. Così progettò di inserire nella composizione, tra le altre rappresentazioni, l’atroce storia del Conte Ugolino e la toccante vicenda di Paolo e Francesca, con sculture a tuttotondo messe sopra gli stipiti, nonché la statua dello stesso Dante, assorto nei suoi pensieri, e sistemato sulla porta, al disotto del gruppo delle Tre Ombre.

Ma il mastodontico portone, per motivi che sarebbe lungo quanto superfluo spiegare qui, adesso, non fu mai inserito nell’edificio. Nonostante ciò, continuò il suo lavoro, concependolo con assoluta libertà creativa, ispirandosi soprattutto al Giudizio Universale di Michelangelo, cercando, suppongo io, di farne una sorta di manifesto del suo pensiero sull’arte e nel contempo il suo testamento spirituale.

Ne è riprova che dal grande portale, alto più di sei metri, profondo uno e largo quattro, in seguito trasse alcune parti e le trasformò in soggetti autonomi. Realizzò, infatti, come soggetti autonomi sia i gruppi del Conte Ugolino e delle Tre Ombre, la statua di Dante, che trasfigurò in quella de Il pensatore, eppure il gruppo di Paolo e Francesca, che assunse il nome de Il bacio, con cui oggigiorno è conosciuto da tutti.  

Sappiamo del doloroso caso narrato da Dante nel Canto V  dell’Inferno, di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, i quali erano cognati, dato che la nobildonna era sposata con Gianciotto, fratello di Paolo, i quali leggevano insieme di Lancillotto e Ginevra. Nel momento che lessero del bacio tra i due personaggi del romanzo cavalleresco, abbandonando ogni pudore, si baciarono anche loro con passione.

(...)

Quando leggemmo il disiato riso

esser basciato da cotanto amante,

questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.

Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:

quel giorno più non vi leggemmo avante.

(...) 

Dante quindi colloca i due amanti nel secondo cerchio, quello dei lussuriosi, eternamente condannati a essere trasportati dallincessante tormenta che li sbatte contro le rocce.


François-Auguste René Rodin, è stato uno scultore antiaccademico e fortemente innovativo, spregiudicato e sagace, fondamentalmente proiettato verso la modernità. Tra i grandi maestri del passato, ha saputo ben osservare, su tutti, Michelangelo Buonarroti. Il suo stile è una sapiente fusione di naturalismo, simbolismo, plasticismo michelangiolesco ed espressionismo, in una visione complessivamente neoromantica. Il bacio è universalmente ritenuto il suo più significativo capolavoro.

L’opera, che riscosse già al suo tempo grande successo, era stata pensata per il grande portale, e doveva rappresentare il momento di maggiore pathos della storia d’amore tra Paolo e Francesca. Poi l’artista la concepì in senso più universale, figurando nei due amanti la passione amorosa stessa, lasciando il libro come unico riferimento al progetto iniziale. I due personaggi, uniti da un abbraccio, sono colti in uno struggente momento di desiderio. Sono seduti su un rialzo roccioso, coi corpi nudi morbidamente avvinghiati e abbandonati, percorsi da un percepibile fremito erotico. Le posture dei personaggi conducono studiatamente l’occhio dell’osservatore al bacio, eterno e sensuale, icona modernista dell’eros. Ma oltre la carnalità, evidente traspare l’amore, espresso per quello che è: ardore incontenibile e misterioso che avviluppa i due corpi in un’unica palpitante entità. E tutto questo, con singolare bellezza, pulsa nella pietra come cosa viva e coinvolge l’animo dello spettatore, sicuro di essere di fronte ad una delle più grandi imprese concluse da mano da artista. Ecco, io collocherei Il bacio di Rodin in un ideale comparto della storia della civiltà sul tema dell’amore, insieme al bacio di Amore e Psiche, immortalato da Canova, a quello di Hayez, eccetera eccetera. Il bacio fu prodotto in tre originali marmorei, a testimoniare l’apprezzamento del pubblico per il soggetto, ma lo stesso autore commentò in modo inclemente che l’opera altro non era che “un grande soprammobile” che non permette di “aprire ampi orizzonti ai sogni”. Sono alquanto convinto che nell’affermazione del maestro si possa notare il suo fastidio per la particolare attenzione degli appassionati che polarizzava l’opera discapito della restante produzione, che era senz’altro notevole. Tutto qui.     

 


 Rodin, Porta dell'Inferno.



Rodin, Le Tre Ombre.


Rodin, Il pensatore.

Brevi notizie sulla vita

 


François-Auguste René Rodin (Parigi 1840 – Meudon 1917) è universalmente considerato uno dei maggiori scultori moderni.

Era stato allievo di Albert-Ernest Carrier-Belleuse. Esordì al Salon del 1877 con L’Età del ronzo. Nel 1893 fu dichiarato più grande scultore vivente. Visse ed operò soprattutto a Parigi, ma dal 1893 si ritirò a Meudon, dove morì.  

 

IL POST SOPRA RIPORTATO HA SCOPO ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO, ED È RIVOLTO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.

 





© G. LUCIO FRAGNOLI

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