Claude Monet (1840 – 1926), La gazza (1868); olio
su tela (cm.89x cm. 130), Parigi, Musée d’Orsay.
In questo meraviglioso
paesaggio innevato, Monet realizza una delle più sorprendenti gradazioni di
bianchi della storia della pittura, in una dimensione intimistica e di grande
significato poetico. Nella descrizione di uno scorcio di campagna, coperta
da una coltre di soffice e candida neve, l’artista rende tangibili le cose,
sprofondate nella quiete e nel silenzio, con un magistrale gioco di ombre e di
luci, che riescono a rendere la profondità spaziale con tutti i relativi valori
atmosferici. Con sapienti variazioni di toni e con un magistrale uso della
luce, il maestro riesce a creare nel riguardante persino la sensazione
dell’aria fredda nelle prime ore mattutine. In questo contesto dormiente e
inanimato, per certi versi magico, la gazza è l’unico essere vivente,
protagonista del dipinto, allo stesso modo del passero solitario evocato nei
toccanti versi leopardiani, in una visione volutamente lirica e romantica.
© G. LUCIO FRAGNOLI
IL POST SOPRA RIPORTATO HA SCOPO ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO, ED È RIVOLTO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.
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