Pagine

martedì 27 aprile 2021

LA GIOGONDA COI BAFFI di MARCEL DUCHAMP

Marcel Duchamp (1887-1968), L.H.O.O.Q. (1919), Ready-Made rettificato: la Gioconda coi Baffi (cm. 19,7 x cm. 12,4) New York, Collezione Privata.

 


La Gioconda coi baffi di Duchamp è null’altro che una foto-riproduzione della ben più famosa Monna Lisa leonardesca, alla quale l’autore si è limitato ad aggiungere un paio di sottilissimi baffi ed un pizzetto, nonché l’iscrizione L.H.O.O.Q. in una striscia bianca al di sotto dell’immagine - che è il titolo dell’opera - e che, se sillabata in lingua francese, dà la locuzione: Elle a chaud au culLei ha caldo al culo.

Si tratta di quel modo astruso di “produrre comunque arte” in senso tutto dadaista chiamato  ready-made, che significa letteralmente “pronto all’uso” oppure “prefabbricato.” Ma in questo caso l’autore è intervenuto sull’oggetto, già pronto per l’uso, con delle rettifiche, realizzando quindi un’opera di prefabbricazione modificata.

Nella Gioconda coi baffi è chiara la volontà di Duchamp di demistificare un modello culturale, un simbolo stesso del genio umano e del suo potere creativo, in un eccitante gesto intellettuale con cui egli annuncia la “morte di Dio” anche nell’arte. Non vi è, come si potrebbe pensare, nell’autore una volontà distruttrice dell’icona leonardesca, ma piuttosto l’intento di contestarne la diffusa banalità evocativa, costringendo il pubblico a ripensare l’immagine in una dimensione non mercificata e non retorica, sottratta così ai luoghi comuni.

Eppure la Gioconda coi baffi, che di fatto costituisce il sigillo dissacratorio del Dada, di palese irriverenza verso millenari parametri del fare arte, finisce anche essa, inesorabilmente, nei parametri ordinari dell’arte, dato che essa: è stata prodotta nell'ambito definito di una posizione intellettuale e politica; è stata consapevolmente concepita per un fine (e non importa in quanto tempo ed in quali condizioni); ma soprattutto essa costituisce, come la Monna Lisa di Leonardo, un riferimento culturale imprescindibile per la comprensione dell’arte moderna e contemporanea, specialmente alla luce di quel movimento ideologico di cui l’autore è protagonista: il Dadaismo.

Così, mentre la trasfigura, Duchamp ne riconosce implicitamente la valenza quantomeno storica, incrementandone consapevolmente il valore aggiunto, ulteriormente dimostrando che ad ogni immagine corrispondono infinite varianti.

I lavori di Marcel Duchamp sono tutti realizzati con una semplice sequenza di passaggi, spesso dettati dal non senso delle cose e dalla legge del caso, come la decontestualizzazione di un oggetto ed il suo successivo riuso con diverso e improbabile significato, oppure l’uso di un oggetto già provvisto di un significato (prefabbricato), ma criticamente alterato, come nel caso di Elle a chaud au cul. Le intuizioni di Duchamp preludono a quelle di De Chirico, che ispireranno il surrealismo di Magritte.



Marcel Duchamp (1887-1968), Fontana (1916), Ready-Made: orinatoio in porcellana (altezza cm. 51), Londra, Tate Gallery. Replica del 1964.

 

Nel caso della famosa Fontana, un orinatoio smontato da un gabinetto, quindi decontestualizzato e riproposto con un diverso significato, fu riutilizzato come opera d’arte ed esposto come tale dall’autore, che si avvalse dello pseudonimo di R. Mutt

L’opera andò perduta durante un trasloco, dato che gli operai pensarono che fosse un orinatoio rimosso nel corso di una ristrutturazione e quindi da buttare. Ritornato nel proprio contesto l’oggetto aveva perso la connotazione di opera d’arte ed era ridiventato quello che era in origine: un normalissimo pisciatoio.

 

 

IL DADAISMO

 

Il Dadaismo è un movimento di idee che nasce in Svizzera, a Zurigo, nel 1916, per volontà di un gruppo di intellettuali europei che vi si rifugiano, evitando di partecipare al folle massacro della prima guerra mondiale.

Il gruppo è formato dal pittore e scultore Hans Arp, dal poeta rumeno Tristan Tzara, dallo scrittore tedesco Hugo Ball, i quali aprono il Cabaret Voltaire, un circolo culturale nel quale organizzano manifestazioni originali quanto sconcertanti, tese a demitizzare i tradizionali e secolari assiomi culturali.

Il nome Dada è illogico e accessorio, trovato aprendo a caso un vocabolario. Dada è ribellione contro ogni civiltà: passata, presente e futura, reagisce quindi anche contro correnti artistiche e letterarie come il futurismo, l’espressionismo e il cubismo. È un movimento ideologico e artistico che non ha un’estetica, che paradossalmente nega l’arte: è un controsenso in termini. Obbiettivo principale del dadaismo è quello di distruggere l’arte. Dada allora rifiuta ogni posizione razionalistica, facendo del rifiuto della razionalità un uso provocatorio per abbattere i riduttivi schemi borghesi che attanagliano l’arte.




© G. LUCIO FRAGNOLI   


IL POST SOPRA RIPORTATO HA CARATTERE ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO E DIDATTICO, DESTINATO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI. 

 

Nessun commento:

Posta un commento

L'ORGOGLIO DEL PAGLIACCIO, il nuovo romanzo di G. Lucio Fragnoli

La vendetta.  Era l’unica possibilità che mi avevano lasciato gli “assassini” della mia anima e i “ladri” della mia pubblica onorabilità. An...