Marcel Duchamp (1887-1968), L.H.O.O.Q. (1919), Ready-Made
rettificato: la Gioconda coi Baffi (cm. 19,7 x cm. 12,4)
New York, Collezione Privata.
La Gioconda coi baffi di
Duchamp è null’altro che una foto-riproduzione della ben più famosa Monna
Lisa leonardesca, alla quale l’autore si è limitato ad aggiungere un
paio di sottilissimi baffi ed un pizzetto, nonché l’iscrizione L.H.O.O.Q. in
una striscia bianca al di sotto dell’immagine - che è il titolo dell’opera - e
che, se sillabata in lingua francese, dà la locuzione: Elle a chaud
au cul: Lei ha caldo al culo.
Si tratta di quel modo astruso di “produrre
comunque arte” in senso tutto dadaista chiamato ready-made,
che significa letteralmente “pronto all’uso” oppure “prefabbricato.”
Ma in questo caso l’autore è intervenuto sull’oggetto, già pronto per l’uso,
con delle rettifiche, realizzando quindi un’opera di prefabbricazione
modificata.
Nella Gioconda coi
baffi è chiara la volontà di Duchamp di demistificare un modello
culturale, un simbolo stesso del genio umano e del suo potere creativo, in un
eccitante gesto intellettuale con cui egli annuncia la “morte di Dio” anche
nell’arte. Non vi è, come si potrebbe pensare, nell’autore una volontà
distruttrice dell’icona leonardesca, ma piuttosto l’intento di contestarne la
diffusa banalità evocativa, costringendo il pubblico a ripensare l’immagine in
una dimensione non mercificata e non retorica, sottratta così ai luoghi comuni.
Eppure la Gioconda coi
baffi, che di fatto costituisce il sigillo dissacratorio del Dada, di
palese irriverenza verso millenari parametri del fare arte, finisce anche essa,
inesorabilmente, nei parametri ordinari dell’arte, dato che essa: è
stata prodotta nell'ambito definito di una posizione intellettuale
e politica; è stata consapevolmente concepita per un fine (e non
importa in quanto tempo ed in quali condizioni); ma soprattutto essa
costituisce, come la Monna Lisa di Leonardo, un riferimento culturale
imprescindibile per la comprensione dell’arte moderna e contemporanea, specialmente
alla luce di quel movimento ideologico di cui
l’autore è protagonista: il Dadaismo.
Così, mentre la trasfigura, Duchamp
ne riconosce implicitamente la valenza quantomeno storica, incrementandone
consapevolmente il valore aggiunto, ulteriormente dimostrando che ad ogni
immagine corrispondono infinite varianti.
I lavori di Marcel Duchamp sono tutti
realizzati con una semplice sequenza di passaggi, spesso dettati dal non
senso delle cose e dalla legge del caso, come la
decontestualizzazione di un oggetto ed il suo successivo riuso con diverso e
improbabile significato, oppure l’uso di un oggetto già provvisto di un
significato (prefabbricato), ma criticamente alterato, come nel caso di Elle
a chaud au cul. Le intuizioni di Duchamp preludono a quelle di De
Chirico, che ispireranno il surrealismo di Magritte.
Marcel Duchamp (1887-1968), Fontana (1916), Ready-Made:
orinatoio in porcellana (altezza cm. 51), Londra, Tate Gallery. Replica
del 1964.
Nel caso della famosa Fontana,
un orinatoio smontato da un gabinetto, quindi decontestualizzato e riproposto
con un diverso significato, fu riutilizzato come opera d’arte ed esposto come
tale dall’autore, che si avvalse dello pseudonimo di R. Mutt.
L’opera andò perduta durante un trasloco,
dato che gli operai pensarono che fosse un orinatoio rimosso nel corso di una
ristrutturazione e quindi da buttare. Ritornato nel proprio contesto l’oggetto
aveva perso la connotazione di opera d’arte ed era ridiventato quello che era
in origine: un normalissimo pisciatoio.
IL DADAISMO
Il Dadaismo è un movimento di idee
che nasce in Svizzera, a Zurigo, nel 1916, per volontà di un gruppo di
intellettuali europei che vi si rifugiano, evitando di partecipare al folle
massacro della prima guerra mondiale.
Il gruppo è formato dal pittore e
scultore Hans Arp, dal poeta rumeno Tristan Tzara,
dallo scrittore tedesco Hugo Ball, i quali aprono il Cabaret
Voltaire, un circolo culturale nel quale organizzano manifestazioni originali
quanto sconcertanti, tese a demitizzare i tradizionali e secolari assiomi
culturali.
Il nome Dada è illogico e accessorio,
trovato aprendo a caso un vocabolario. Dada è ribellione contro ogni civiltà:
passata, presente e futura, reagisce quindi anche contro correnti artistiche e
letterarie come il futurismo, l’espressionismo e il cubismo. È un movimento
ideologico e artistico che non ha un’estetica, che paradossalmente nega l’arte:
è un controsenso in termini. Obbiettivo principale del dadaismo è quello di
distruggere l’arte. Dada allora rifiuta ogni posizione razionalistica, facendo
del rifiuto della razionalità un uso provocatorio per abbattere i riduttivi schemi
borghesi che attanagliano l’arte.
© G. LUCIO FRAGNOLI
IL POST SOPRA RIPORTATO HA CARATTERE ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO E DIDATTICO, DESTINATO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.
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