Vincent Van Gogh, I mangiatori
di patate, 1885.
Olio su tela, cm 81,5 x 114,5 cm. Amsterdam, Rijksmuseum Vincent Van Gogh.
All’interno di una catapecchia, appena rischiarata dalla labile luce di una
lampada a petrolio, una famiglia di poveri contadini è riunita intorno ad un
tavolo per la cena, fatta di un’unica portata a base di patate bollite, ancora
calde e fumanti.
Dei cinque personaggi, coi volti deformati dalla
fatica e dalla miseria, una vecchia versa del caffè nero nelle tazze, mentre un
vecchio, il marito di lei probabilmente, si appresta a mordere una delle patate
presa dal vassoio, dal quale ne stanno prendendo pure una donna precocemente
sfiorita, che guarda con tenerezza l’uomo che ha accanto, dai lineamenti
penosamente imbruttiti.
Una bambina di spalle recita forse una preghiera
di ringraziamento. Su di una delle pareti disadorne, si distingue una stampa con
la crocifissione, come a significare la speranza e la fede che comunque animano
i nostri villici, che ritrovano un momento di unione e di calore, sottolineato
dai labili riflessi di luce calda che balena sulla tavola e sulle facce
sgraziate.
Vi è nel dipinto, dal cromatismo volutamente
ridotto, una ferma volontà di partecipazione alla sofferenza da parte
dell’autore, che riesce infine a dare alla famiglia un candore ed una propria
dignità.
Si tratta del primo e autentico capolavoro di Van
Gogh, realizzato nel 1885 a Nuenen, dopo una serie di versioni di studio.
“Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che
alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha
zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro,
dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno
onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Non vorrei assolutamente che
tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole”.
Una piccola considerazione
personale...
Quando osservo I mangiatori di patate di Vincent Van Gogh, mi
viene da pensare ad una lucidissima considerazione che Gabriel Garcίa Mάrquez fa a proposito del romanzo. Egli afferma: "Il
romanzo ideale è il romanzo assolutamente libero, che non solo inquieta per il
suo contenuto politico e sociale, ma anche per il suo potere di penetrazione
nella realtà; e meglio ancora se è capace di rivoltare la realtà per mostrarne
il rovescio."
Ciò che Mάrquez si propone con la scrittura Van
Gogh lo realizza più di cent'anni prima con la pittura,
ed esattamente con I mangiatori
di patate, ove è evidente un forte senso narrativo, con un chiaro
contenuto politico e sociale, e con una capacità rara di penetrazione della
realtà, anche la più miserevole.
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