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martedì 6 aprile 2021

I MANGIATORI DI PATATE di VINCENT VAN GOGH

 

Vincent Van Gogh, I mangiatori di patate1885.

Olio su tela, cm 81,5 x 114,5 cm. Amsterdam, Rijksmuseum Vincent Van Gogh.



All’interno di una catapecchia, appena rischiarata dalla labile luce di una lampada a petrolio, una famiglia di poveri contadini è riunita intorno ad un tavolo per la cena, fatta di un’unica portata a base di patate bollite, ancora calde e fumanti.

Dei cinque personaggi, coi volti deformati dalla fatica e dalla miseria, una vecchia versa del caffè nero nelle tazze, mentre un vecchio, il marito di lei probabilmente, si appresta a mordere una delle patate presa dal vassoio, dal quale ne stanno prendendo pure una donna precocemente sfiorita, che guarda con tenerezza l’uomo che ha accanto, dai lineamenti penosamente imbruttiti.

Una bambina di spalle recita forse una preghiera di ringraziamento. Su di una delle pareti disadorne, si distingue una stampa con la crocifissione, come a significare la speranza e la fede che comunque animano i nostri villici, che ritrovano un momento di unione e di calore, sottolineato dai labili riflessi di luce calda che balena sulla tavola e sulle facce sgraziate. 

Vi è nel dipinto, dal cromatismo volutamente ridotto, una ferma volontà di partecipazione alla sofferenza da parte dell’autore, che riesce infine a dare alla famiglia un candore ed una propria dignità. 

Si tratta del primo e autentico capolavoro di Van Gogh, realizzato nel 1885 a Nuenen, dopo una serie di versioni di studio.

 

  “Ho voluto, lavorando, far capire che questa povera gente, che alla luce di una lampada mangia patate servendosi dal piatto con le mani, ha zappato essa stessa la terra dove quelle patate sono cresciute; il quadro, dunque, evoca il lavoro manuale e lascia intendere che quei contadini hanno onestamente meritato di mangiare ciò che mangiano. Non vorrei assolutamente che tutti si limitassero a trovarlo bello o pregevole”. 

 

Una piccola considerazione personale...


Quando osservo I mangiatori di patate di Vincent Van Gogh, mi viene da pensare ad una lucidissima considerazione che Gabriel Garc
a Mrquez fa a proposito del romanzo. Egli afferma: "Il romanzo ideale è il romanzo assolutamente libero, che non solo inquieta per il suo contenuto politico e sociale, ma anche per il suo potere di penetrazione nella realtà; e meglio ancora se è capace di rivoltare la realtà per mostrarne il rovescio.

Ciò che Mrquez si propone con la scrittura Van Gogh lo realizza più di cent'anni prima con la pittura, ed esattamente con I mangiatori di patate, ove è evidente un forte senso narrativo, con un chiaro contenuto politico e sociale, e con una capacità rara di penetrazione della realtà, anche la più miserevole.

 

                                          Vincent Van Gogh, Autoritratto (1899).                                          



© G. LUCIO FRAGNOLI

IL POST SOPRA RIPORTATO HA SCOPO ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO, ED È RIVOLTO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.

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