Annibale Carracci, BOTTEGA DEL MACELLAIO o
GRANDE MACELLERIA
(1582 – 83 circa, olio su tela, 185 × 266
cm), Christ Church Gallery, Oxford.
Analisi
stilistica
Nella Bottega del macellaio o Grande
macelleria, Annibale Carracci, come con il Mangiatore di fagioli si
cimenta con la pittura di genere, tanto cara ai naturalisti – italiani,
francesi, spagnoli o fiamminghi – realizzando sicuramente un autentico
capolavoro, dimostrando pure una particolare sensibilità nel riprendere dal
vero i fatti dell’ordinaria quotidianità, con la stessa cura posta nella
realizzazione dei grandi temi mitologici, come, tanto per fare un esempio, il
gran ciclo con gli Amori degli dei nella Galleria di
Palazzo Farnese a Roma.
Nella singolarissima tela, di grosso
formato, rispetto ad altri più complessi e impegnativi lavori, il maestro
bolognese abbandona il proprio stile aulico, ispirato alla pittura
michelangiolesca e raffaellesca, conciliando il soggetto raffigurato con un
disegno e un tratto pittorico più fresco e immediato, con una caratterizzazione
genuinamente popolaresca dei personaggi, assai divertita e solo a tratti caricaturale.
Siamo all’interno della bottega di un
beccaio, immortalato nell’atto di pesare un trancio di carne con una stadera,
con a fianco il banco delle carni sfasciate, intorno al quale si affaccendano i
suoi lavoranti.
Uno di questi è intento ad appendere a
un gancio un mezzano di montone, vicino a una pecora squartata e ad altri pezzi
di animali penzolanti. Un altro – in secondo piano, dietro il banco - sistema
qualcosa sul soffitto, intanto che un terzo aiutante, chinato in terra, è
indaffarato macellare un capretto.
Dietro di loro, si scorge la testa di
una vecchia, che aspetta che il beccaio concluda l’operazione della pesa. Una
guardia impalata accanto a lui si fruga in una tasca.
Per prendere dei soldi pagare la carne?
Non si capisce esattamente il perché.
Ma c’è chi sostiene – a ragione,
evidentemente – che la presenza della guardia svizzera è da mettere in
relazione alla proibizione imposta a Bologna dal cardinale Paleotti di
consumare carne in periodo di quaresima, per vigilare sul rispetto
dell’ordinanza, naturalmente. La presenza della vecchia si spiegherebbe quindi
con l’esclusione degli anziani dal divieto.
C’è infine pure chi asserisce – io lo
escludo – che i tre macellai in primo piano siano i tre Carracci (Annibale, Agostino
e Ludovico), i quali provenivano da una famiglia di beccai. Nel grande quadro
essi sarebbero allegoricamente affaccendati nel lavoro di trasformazione
dell’arte nella sua
corposa sostanza.
IL POST SOPRA RIPORTATO HA CARATTERE ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO E DIDATTICO (DESTINATO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI).
© Giuseppe Lucio Fragnoli
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