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martedì 16 febbraio 2021

LA GRANDE MACELLERIA di ANNIBALE CARRACCI

 


Annibale Carracci, BOTTEGA DEL MACELLAIO o GRANDE MACELLERIA 

(1582 – 83 circa, olio su tela, 185 × 266 cm), Christ Church Gallery, Oxford.

 

Analisi stilistica

 

Nella Bottega del macellaio o Grande macelleria, Annibale Carracci, come con il Mangiatore di fagioli si cimenta con la pittura di genere, tanto cara ai naturalisti – italiani, francesi, spagnoli o fiamminghi – realizzando sicuramente un autentico capolavoro, dimostrando pure una particolare sensibilità nel riprendere dal vero i fatti dell’ordinaria quotidianità, con la stessa cura posta nella realizzazione dei grandi temi mitologici, come, tanto per fare un esempio, il gran ciclo con gli Amori degli dei nella Galleria di Palazzo Farnese a Roma.

Nella singolarissima tela, di grosso formato, rispetto ad altri più complessi e impegnativi lavori, il maestro bolognese abbandona il proprio stile aulico, ispirato alla pittura michelangiolesca e raffaellesca, conciliando il soggetto raffigurato con un disegno e un tratto pittorico più fresco e immediato, con una caratterizzazione genuinamente popolaresca dei personaggi, assai divertita e solo a tratti caricaturale.

Siamo all’interno della bottega di un beccaio, immortalato nell’atto di pesare un trancio di carne con una stadera, con a fianco il banco delle carni sfasciate, intorno al quale si affaccendano i suoi lavoranti.

Uno di questi è intento ad appendere a un gancio un mezzano di montone, vicino a una pecora squartata e ad altri pezzi di animali penzolanti. Un altro – in secondo piano, dietro il banco - sistema qualcosa sul soffitto, intanto che un terzo aiutante, chinato in terra, è indaffarato macellare un capretto.

Dietro di loro, si scorge la testa di una vecchia, che aspetta che il beccaio concluda l’operazione della pesa. Una guardia impalata accanto a lui si fruga in una tasca.

Per prendere dei soldi pagare la carne? Non si capisce esattamente il perché.          

Ma c’è chi sostiene – a ragione, evidentemente – che la presenza della guardia svizzera è da mettere in relazione alla proibizione imposta a Bologna dal cardinale Paleotti di consumare carne in periodo di quaresima, per vigilare sul rispetto dell’ordinanza, naturalmente. La presenza della vecchia si spiegherebbe quindi con l’esclusione degli anziani dal divieto.

C’è infine pure chi asserisce – io lo escludo – che i tre macellai in primo piano siano i tre Carracci (Annibale, Agostino e Ludovico), i quali provenivano da una famiglia di beccai. Nel grande quadro essi sarebbero allegoricamente affaccendati nel lavoro di trasformazione dell’arte nella sua corposa sostanza.



IL POST SOPRA RIPORTATO HA CARATTERE ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO E DIDATTICO (DESTINATO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI). 

© Giuseppe Lucio Fragnoli


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