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domenica 18 settembre 2022

I LITTORI CHE RIPORTANO A BRUTO I CORPI DEI SUOI FIGLI di JACQUES-LOUIS DAVID

 


Jacques-Louis David (Parigi, 1748 - Bruxelles, 1825), I littori che riportano a Bruto i corpi dei suoi figli (1789, olio su tela, 323 x 422 cm) Musée du Louvre, Parigi.

Nella lettera indirizzata al Wicar, Jacques-Louis David scrive: Si tratta di un quadro di mia invenzione. Narra di Bruto, uomo e padre, al quale vengono consegnati, per seppellirli, i corpi dei figli che aveva sacrificato per il bene della patria. Ai piedi della statua di Roma è distolto dal suo dolore dalle grida della sua sposa e dallo svenimento della figlia maggiore. (...) 

Gli sforzi dell’artista, a partire dagli anni del suo primo soggiorno romano, erano orientati verso la ricerca di uno stile adatto a raffigurare soggetti di elevato significato etico. Dipinti come La morte di Socrate (1787), Il giuramento degli Orazi (1784), I littori che riportano a Bruto i corpi dei suoi figli (1789) furono il risultato di questa attenta ricerca, in un periodo in cui Luigi XVI stava portando avanti un programma di moralizzazione della società. Il giuramento degli Orazi e I littori che riportano a Bruto i corpi dei suoi figli, vennero commissionati dal conte d’Angiviller per conto del re proprio con questo scopo: l’educazione alle virtù – quali il patriottismo, il coraggio, l’eroismo, il rispetto delle leggi, la sobrietà e la moderazione – tramite messaggi chiari e efficaci.

 I littori che riportano a Bruto i corpi dei suoi figli fu dipinto, quindi, con un fine esplicitamente educativo, con l’esaltazione del sentimento patriottico. Ma questo, comunque, non toglie valore al quadro. Che, invece, rappresenta un momento fondamentale per lo sviluppo delle idee neoclassiche. 

Sappiamo che Lucio Giunio Bruto aveva fatto uccidere i suoi figli, rei di aver complottato contro la Repubblica, organizzando il ritorno di Tarquinio il Superbo, il quale era stato costretto all’esilio proprio per volontà di Bruto: aveva, infatti, sollevato il popolo contro il re. Il potere era quindi passato nelle mani di due consoli: lo stesso Bruto e Tarquinio Collatino. Caduto in disgrazia Collatino, era stato eletto al suo posto Publio Valerio.

Nel dipinto David rappresenta il momento in cui i corpi esanimi dei figli di Bruto, Tito e Tiberio, condannati e giustiziati, vengono portati nella domus paterna per le esequie dai littori, i quali hanno varcato la soglia, con in spalla la lettiga con sopra uno dei due giovani traditori uccisi. Il padre, seduto sotto la statua di Roma, gli volge le spalle in un’espressione di composta forza di volontà, mentre le donne si disperano, con la figlia maggiore del console che sviene per il dolore, in una evidente gestualità e in una ponderata teatralità. Espressioni e gesti dei personaggi facilitano così la comprensione del significato complessivo del dipinto. Di straordinario effetto appare la figura di Bruto, in cui è palese il conflitto di emozioni che si percepisce in ogni parte del corpo, dal volto teso alle gambe tormentosamente incrociate. Dietro la sua stoica impassibilità si cela in realtà una penosa agitazione: l’amore paterno si contrappone al dovere patriottico: il sacrificio degli affetti familiari contrastante con la superiore aspirazione politica.

Tutto quanto accade nella casa di Bruto, con una rigorosa e meditata definizione dello spazio, rappresentato in prospettiva frontale. Lo spazio in cui i personaggi si muovono è concepito come elemento altamente significativo. L’interno, pensato per un preciso risultato scenico, è sobrio e disadorno, persino essenziale, caratterizzato da una successione di colonne doriche che rimandano all’età arcaica, incorrotta e governata da leggi eque. Altro elemento importante dello stile davidiano è la luce, naturale e misurata, che definisce l’ampiezza dello spazio e il volume degli elementi strutturali – rafforzandone l’effetto materico –; l’importanza e la particolare condizione dei personaggi. Bruto è certamente il personaggio principale della messinscena pittorica, ed è messo in disparte, in ombra, come per evidenziarne anche la solitudine. Il gruppo delle donne sconvolte, sono avvolte dalla luce, invece, in un’idea di coralità nel dolore.

Anche nel Bruto, come nel precedente Giuramento, vi è una straordinaria chiarezza di visione, presupposto primario dei quadri storici davidiano e della stessa visione neoclassica, che è etica, estetica e ideale. 

© G. LUCIO FRAGNOLI

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

 Orietta Rossi Pinelli, Art e Dossier, David, Giunti, Firenze, 1989.

Hugh Honour, Neoclassicismo, Einaudi, Torino, 1980.

Piero Adorno, L’arte italiana. Dal Settecento ai nostri giorni, Vol. 3. Casa editrice G. D’Anna, Messina Firenze,1994.

G. C. Argan, Storia dell’arte italiana, Vol. 3°, 1993, Sansoni, Milano.

Autori Vari, Storia universale dell’arte. Il XX secolo. De Agostini, Novara,1991.

IL POST SOPRA RIPORTATO HA CARATTERE ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO E DIDATTICO, DESTINATO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI. 

 

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