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venerdì 23 dicembre 2022

L'ANGELO CADUTO (L’Ange déchu) di ALEXANDRE CABANEL


Alexandre Cabanel (Montpellier, 1823 – Parigi, 1889), L’angelo caduto (1847, olio su tela, 121 x 189,7 cm) Museo Fabre, Montpellier (Francia).

LETTURA DELL’OPERA

Il ribelle Lucifero, angelo ambizioso e superbo, desideroso di diventare come Dio, per volere dello stesso Onnipotente è precipitato giù dal Paradiso, trasformandosi nel più potente dei demoni, simbolo stesso del male. Ora giace a terra sconfitto, nella convulsa agitazione di una moltitudine di angeli sospesi nel cielo e scossi da quanto è appena accaduto. Il bellissimo essere celeste, con le ali cangianti da toni azzurri in toni bruni e sciupate dalla caduta, che non sembrano più in grado di tenerlo in volo, ha assunto un aspetto umano. Ma il corpo è ancora energico e armonioso: ha conservato molta dell’originaria sublime bellezza. Adagiato su un pianoro roccioso, stringe le mani con forza, contraendo i muscoli in un minaccioso moto di ripresa delle forze, indomito e consapevole del nefasto compito che lo attende. Nello sguardo, dettaglio risolutore del dipinto che più colpisce il riguardante, gli si legge il dolore per l’umiliazione subita, ma soprattutto l’ira feroce e uno spaventevole livore, misti a un desiderio di efferata vendetta. Ne L’angelo caduto lo stile retorico pompier si disfa proprio nella vibrante tensione fisica e interiore del personaggio, in una visione complessivamente romantica. Tale intenso contrasto psicologico e viva fisicità fanno dell’opera certamente un capolavoro della pittura francese dell’Ottocento.



«Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell’aurora? Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono (...) Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell’abisso». (Isaia 14,12-15).


Autoritratto di Alexandre Cabanel

Brevissima biografia di Alexandre Cabanel

Alexander Cabanel, nato a Montpellier il 28 settembre del 1823, frequentò a Parigi l’École des Beaux-Arts. A ventidue anni vinse il Prix de Rome, che gli permise di completare la sua formazione, soggiornando a Roma per cinque anni a spese dello stato francese. Espose varie volte al Salon con successo ed ebbe molti prestigiosi riconoscimenti. Fu pittore famoso e assai apprezzato in vita, ma purtroppo completamente snobbato dalla critica moderna, pure se taluni studiosi ne hanno capito l’importanza, specialmente riguardo agli sviluppi della pittura cosiddetta art pompier, ovverosia un’arte ufficiale e accademica tanto cara al potere, stilisticamente impeccabile ma esageratamente retorica e pretenziosa. Morì a Parigi il 23 gennaio del 1889.


Alexandre Cabanel

Cleopatra che prova i veleni sui prigionieri condannati Cléopâtre saggiant des poisons sur des condamnés à mort - 

(1887, olio su tela, 165 x 290 cm) Museo di belle Arti, Anversa (Belgio).


© G. LUCIO FRAGNOLI

IL POST SOPRA RIPORTATO HA CARATTERE ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO E DIDATTICO, DESTINATO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI.  



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