Jean-François Millet (1814 -1875), L’angelus (1857), olio su
tela (cm.55 x cm.66), Parigi, Musée d’Orsay.
«L’Angelus è un quadro che ho
fatto pensando a quando, lavorando nei campi, mia nonna non mancava, sentendo
suonare la campana, di farci fermare il lavoro per dire l’Angelus per i poveri
morti, molto devotamente e con il cappello in mano» J.F. Millet.
L’angelus è uno straordinario dipinto
di piccolo formato del pittore realista Millet - considerato da Van Gogh suo
primo ideale maestro - nel quale il pittore francese rappresenta una coppia di
contadini che, al tramonto, alla fine del loro duro lavoro nei campi, si
raccolgono in preghiera, al rintocco lontanissimo della campana cha annuncia
l’Angelus. L’immagine, densa di un pathos autentico e coinvolgente, è
sapientemente impostata in controluce, la luce dorata e tiepida del tramonto
che inonda i campi. L’orizzonte, da cui emerge il vago profilo del borgo e il
campanile di una chiesa, è leggermente rialzato rispetto alla posizione dei
personaggi, due umili campagnoli, legati indissolubilmente alla loro terra, che
gli dà sostentamento, a costo di dure fatiche. È l’ora di levarsi dalle
quotidiane, pesanti faccende, ma prima c’è da ringraziare Iddio per il cibo che
permette loro di vivere, un cesto di patate messo in terra, ai loro piedi. Intorno
a loro ci sono agli strumenti di fatica: un forcone, conficcato momentaneamente
nel terreno e una carriola, ferma dieto la figura femminile, col magro raccolto
giornaliero. Ma il centro della ordinaria e modesta vicenda dipinta sono i due
ossequiosi contadini, sospesi nel loro raccoglimento, con la dignità, tutta
manzoniana degli umili, che li fa prediligere dal Signore, e che Millet eleva a
interpreti privilegiati della umana bontà e della purezza di spirito. Così li
rende degni di essere rappresentati in pittura, calati nella loro realtà
ripetitiva, una realtà non minore, con le loro vite che hanno, come le altre,
un senso e uno scopo. Millet artista realista, come Courbet e Daumier, volge la
propria attenzione soprattutto ai contesti di vita più umili, come quello
dell’Angelus, riuscendo a raccontarli con una fervore unico, partecipe come Van
Gogh ne I mangiatori di patate alla sofferenza della onesta e
devota gente delle campagne. Siamo nel tempo in cui soggetti di divinità
mitologiche, grandi storie antiche e altri fatti gloriosi e complicati dominano
i Salon parigini, intanto che Millet, appassionato pioniere del reale,
immortala sulle sue tele le sue povere storie, profetizzando la pittura della
modernità che si affermerà inesorabilmente con la rivoluzione impressionista.
© GIUSEPPE LUCIO FRAGNOLI
TUTTI I POST RIPORTATI IN QUESTO BLOG HANNO CARATTERE ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO E DIDATTICO. SONO PERTANTO DESTINATI AGLI APPASSIONATI, AI MIEI STUDENTI E AGLI STUDENTI TUTTI.
Nessun commento:
Posta un commento