Pagine

martedì 19 ottobre 2021

RAGAZZA COL TURBANTE o RAGAZZA CON ORECCHINO DI PERLA di Johannes Vermeer


Johannes Vermeer (1632 -1675), La ragazza con l’orecchino di perla, (1665), olio su tela, 44.5 x 39 cm – L’Aia, Mauritshuis.

Il quadro, oggi noto soprattutto col titolo di Ragazza con orecchino di perla, per via di una recente opera cinematografica dedicata all’autore, e piuttosto nominato come Ragazza con turbante, o per essere più precisi Mezzo busto (o testadi ragazza con turbante (o con perla all’orecchino) è firmato sul bordo superiore a sinistra della tela. Secondo alcuni la modella sarebbe l’ultima figlia di Vermeer, ma quest’ipotesi è dalla gran parte degli storici respinta. Il turbante indossato dalla ragazza, verosimilmente, faceva parte dei costumi turchi lasciati dall’autore alla sua morte. Risulta poco probabile che il dipinto fosse stato venduto all’asta allestita con le opere dello scomparso collezionista Jacob Abraham Dissius del 1696, come l’opera che recava la dicitura Busto in costume antico; estremamente artistico. In tempi successivi, nel 1882, il dipinto in questione comparve alla vendita Braam svoltasi ad Amsterdam, e fu acquistata per poco più di 2 fiorini da un acquirente registrato col nome di A. A. des Tombe, che nel 1903 lo donò al Mauritshuis  

ANALISI DELL’OPERA

Si tratta di un dipinto di piccolo formato che ritrae una ragazza dai tratti assai gentili su fondo scuro, che indossa una veste giallo senape dal colletto bianco e un turbante turchese giallo e azzurro, intonato all’abito, con un orecchino di perla all’orecchio, che le abbellisce il bel volto dalla pelle chiara. Il personaggio ha il corpo disposto di profilo, mentre il capo è volto di tre quarti. E guarda con un’espressione incolpevole, ma accattivante e vagamente indecifrabile, l’osservatore, in una posa del tutto naturale. L’immagine ha un taglio, dico tanto per farmi capire, fotografico, e riproduce l’essenziale – il volto della giovane agghindata all’orientale – in cui non vi è nessuna idea di spazio, solo uno sfondo buio, per isolare da ogni superflua entità il viso della misteriosa giovinetta, detta la gioconda del nord, per l’intrinseco magnetismo che la pervade, ma che comunque ha poco o nulla in comune alla Monna Lisa di Leonardo. Ecco dunque che l’unico elemento che resta a disposizione del maestro è la luce, la magica luce di Vermeer. È una luce morbida, calda, quella che fluisce quasi orizzontalmente verso la figura, la vera protagonista del dipinto. È una luce diffusa e naturale quella che le accarezza il viso, che sembra quasi risplendere di luce propria, così come sembrano brillare di luce propria le pupille e le tenere labbra color rosso ciliegio, come fossero gioielli, al pari della preziosa perla che le pende dall’orecchio, che vivificano la dolce donna in turbante. Una fusione di perle macinate, la definì un illustre critico, non proprio a torto.

  

 Johannes Vermeer (1632 -1675), La ragazza con l’orecchino di perla, particolare – L’Aia, Mauritshuis.

Ritratto di Johannes Vermeer.


Johannes Vermeer (1632 -1675), La ragazza con l’orecchino di perla con la sua cornice – L’Aia, Mauritshuis.

Johannes Vermeer, Ragazza con velo.

 L’Aia, Mauritshuis. 

VITA DI JOHANNES VERMEER

Johannes Vermeer nasce a Delft, nell’anno 1632. Nel 1653 sposa Catharina Bolnes, di ricca famiglia cattolica. Per poterla sposare l’artista si converte al cattolicesimo. Nello stesso anno è accettato nella ghilda dei pittori della città di Delft. Nel 1654 avviene la disastrosa esplosione della polveriera di Delft, che causa danni anche alla locanda del padre, che commercia anche quadri e che muore l’anno successivo. Nel 1657 Vermeer è in difficoltà economiche e deve servirsi di un prestito di 200 fiorini. Nel 1662 è eletto vice decano nella ghilda di San Luca. Nel 1670 muore la madre e il pittore eredita la locanda di famiglia. Nel 1672 scoppia la guerra d’Olanda. I francesi invadono i Paesi Bassi, dando luogo a saccheggi e devastazioni, ponendo fine a quella che gli storici chiamano età dell’oro della pittura fiamminga, in cui sono state prodotte più di 5 milioni di opere di vario genere. Nel 1675 Johannes Vermeer, in serie difficoltà economiche, muore, il 15 dicembre. Due anni dopo la morte dell’artista, sua moglie Catharina Bolnes ne ricorda le complicazioni degli ultimi anni di vita, scrivendo: “Nel corso della lunga e rovinosa guerra con la Francia, egli non solo non aveva potuto vendere i suoi quadri, ma per di più, con suo gran danno, i dipinti degli altri pittori che commerciava erano rimasti invenduti. Per via del grande carico dei figli [Vermeer aveva 11 figli], non avendo personali mezzi di fortuna, era caduto in un tale stato di ansietà e di decadimento che in un giorno, un giorno e mezzo era passato da uno stato di buona salute alla morte.”

 

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

SILVIA DANESI SQUARZINA, Vermeer, Giunti, Firenze,1990.

PIERO BIANCONI, Vermeer. Rizzoli, Milano,1996.


IL POST SOPRA RIPORTATO HA CARATTERE ESCLUSIVAMENTE DIVULGATIVO E DIDATTICO, DESTINATO PERTANTO AGLI STUDENTI E AGLI APPASSIONATI. 

 

© G. LUCIO FRAGNOLI

Nessun commento:

Posta un commento

L'ORGOGLIO DEL PAGLIACCIO, il nuovo romanzo di G. Lucio Fragnoli

La vendetta.  Era l’unica possibilità che mi avevano lasciato gli “assassini” della mia anima e i “ladri” della mia pubblica onorabilità. An...